NAPOLI: (4-3-3) De Sanctis; Maggio, Gamberini (20' st Cannavaro), Rolando, Zuniga; Dzemaili, Donadel (1' st Inler), Berhami (1' st Cavani 5,5); Pandev, Calaiò, Insigne. (Rosati, Campagnaro, El Kaddouri, Mesto). All. Mazzarri |
Plzen, 21 febbraio 2013
Brutta figura anche nel ritorno dei 16/mi per gli uomini di Mazzarri, ancora battuti dai cechi. Assente Hamsik, non bastano né il tridente né l'ingresso nella ripresa di Cavani. Traversa di Reznik.
Sotto un'abbondante nevicata (guanti e maniche lunghe per tutti), il Napoli saluta l'Europa, sconfitto per 2-0 da quel Viktoria Plzen che avrebbe dovuto battere con grande scarto di reti. Mazzarri le ha provate tutte, partendo col tridente e continuando con quattro attaccanti in campo (Cavani entra ad inizio ripresa), ma l'impresa si presentava ciclopica già al fischio d'inizio, dopo un'andata al San Paolo terminata con un passivo di 3-0.
tridente Mazzarri tenta la partenza lanciata, affidando da subito al tridente Pandev-Calaiò-Insigne le speranze di rimonta azzurre. Ma la mossa non sorprende né allarma i cechi, che partono con piglio deciso e passo veloce. Nei primi minuti i maggiori pericoli vengono dal centravanti di casa Bakos, poi la gara si riequilibra nei rapporti di forze, ma tale situazione non giova comunque al Napoli, che deve fare almeno quattro gol. Il più vivace fra gli azzurri è Insigne, che prova la conclusione un paio di volte, ma i suoi tiri da fuori (sui quali Kozacik palesa puntuale difficoltà) non bastano a piegare un roccioso Viktoria. Il ritmo della gara si abbassa, le occasioni si rarefanno, ma soprattutto il Napoli denota scarsa efficacia in attacco. Maggio dopo un inizio promettente si incarta spesso sulla fascia, Zuniga si fa vedere troppo poco dalla parte opposta. Behrami e C., in mezzo, sono più impegnati a fermare sul nascere le trame avversarie che a costruire: il risultato è che il trio d'attacco resta spesso isolato o comunque poco servito. Insigne e Pandev rinculano spesso per recuperare palloni, ma la loro generosità non è ripagata da eguale efficacia, tanto che il Napoli quasi mai riesce a farsi pericoloso. Come previsto da Mazzarri, il Napoli sente una gran mancanza di Hamsik (a casa con l'influenza). Ma alla fine anche di Inler e Cavani, inizialmente risparmiati in nome del turnover, tanto che nella ripresa entrano dal 1', al posto di Behrami e Donadel.
con Cavani sono 4 Il Napoli vede schierato tutto il suo potenziale offensivo, in un 4-2-4 che non ha però nemmeno il tempo di essere testato: al 2' Bakos di testa manda alto da ottima posizione, al 6' il Viktoria è già in vantaggio, con un sinistro di Kovarik, al suo primo gol in Europa, che trafigge De Sanctis. E per il Napoli si fa durissima, anzi impossibile. Continua a nevicare, ma a raffreddarsi sono soprattutto le motivazioni azzurre. Senza avere più nulla da perdere, il Napoli spinge con continuità ma senza intensità. A tratti si accendono focolai di nervosismo, Cavani viene pure ammonito (e sarà squalificato per la prossima gara in Europa). La partita va in calando, Insigne e Cavani inaugurano un personale duello con Kozacik per attutire la delusione, ma non c'è nulla da fare. E anzi è Reznik in acrobazia a colpire la traversa. Al Napoli non resta che cominciare a pensare all'Udinese. (www.gazzetta.it - Livia Taglioli) |